Chiunque abbia un cane sa quanto è importante la sua presenza, tanto da non riuscire a sopportare il pensiero che prima o poi verrà a mancare. Fortunatamente, grazie ai progressi fatti nella medicina, nella nutrizione, nello stile di vita e nella prevenzione, l’aspettativa di vita degli animali da compagnia è aumentata del 10-15% dall’inizio del millennio. Come possiamo però aiutare il nostro cane a stare in salute nella vita di tutti i giorni?
Per fare chiarezza su questo tema Mylav, fornitore di servizi per medici veterinari, con il prezioso contributo del dottor Isidoro Grillo, medico veterinario esperto in medicina generale, ha cercato di rispondere ad alcune domande: Quando un cane può essere considerato anziano? Come riconoscere gli effetti della vecchiaia nei cani? Cosa è normale e cosa no nei sintomi di un cane anziano? Quali sono i controlli da fare ai soggetti meno giovani per cogliere sul nascere problemi che possono interferire sulla longevità dei nostri animali?
Non vi è una risposta univoca alla domanda “quando un cane può essere considerato anziano?” perché dipende da molti fattori, partendo dalla taglia: in generale, gli esemplari piccoli sono più longevi e vivono dai 15 a 18 anni, mentre quelli di taglia media arrivano a 13-14 anni ed i soggetti di taglia grande o gigante raggiungono una vita media più breve di 9-11 anni. Generalmente un cane può essere considerato indicativamente maturo dopo i 7 anni di età e anziano dopo gli 11.
Un secondo aspetto che condiziona di molto la longevità di un cane è la sua razza. Uno studio condotto nel Regno Unito ha rivelato che l’aspettativa media di un cane di razza è di 11,2 anni, identificando, ad esempio il Jack Russell quale razza con un’aspettativa media di vita di 12,7 anni, lo Spring Spaniel con 11,92 anni, il Bulldog Francese con soli 4,5 anni poiché di razza brachicefala con le minori aspettative di vita.
Tra i gruppi di razze quello dei Terrier è risultato vincente con una media di 12 anni, seguito dal gruppo dei pastori (11,2 anni), dei segugi e dei cani da compagnia (10,7 anni) e cani utility (10,1 anni).
Tra i maschi e le femmine, invece, chi vive di più? Sempre nello stesso studio, le aspettative legate al sesso, vedono le femmine essere più longeve (15,1 anni) in media rispetto ai maschi (11,1 anni).
Come riconoscere gli effetti della vecchiaia nei cani? I principali effetti della vecchiaia nei cani si dividono in due aree: gli effetti fisici e gli effetti metabolici. Con l’invecchiamento, infatti, il cane avrà meno voglia di muoversi e anche il metabolismo sarà più lento. Si dovrà quindi diminuire il fabbisogno calorico per evitare problemi legati al peso eccessivo poiché la percentuale di grasso aumenta con il passare degli anni. L’obesità aumenta il rischio di patologie cardiache (determinando lo sviluppo di ipertensione e di fenomeni di trombosi), l’aggravamento dell’osteoartrite (un’infiammazione delle cartilagini ossee che causa dolore durante la deambulazione), il diabete mellito (una malattia che causa una mancata produzione di insulina e un’incapacità di utilizzare i carboidrati come fonte di energia nei vari tessuti dell’organismo). È inoltre importante garantire al cane il giusto movimento perché la vecchiaia porta inevitabilmente a una perdita di massa muscolare, ossea e cartilaginea, tenendo però sempre ben presente che passeggiate e corse non devono essere praticate in modo eccessivo. Passeggiate quotidiane, ad un ritmo lento, sono invece perfette per mantenere il nostro cane anziano in salute e in forma.
Cosa è normale e cosa no in un cane anziano? È normale che un cane anziano possa tendere ad ingrassare a causa del rallentamento del metabolismo; ad essere disorientato per minori capacità visive, uditive e cognitive. Alcuni cani possono essere più freddolosi o più sofferenti il caldo per una perdita di ottimizzazione della termoregolazione o avere pelo e cute non più così belli come da giovane.
Durante la vecchiaia del cane alcune malattie si sviluppano con più frequenza proprio perché più l’età avanza e più sarà difficile riuscire a difendersi dalle infezioni, così come avviene per gli umani. Patologie del cavo orale come le parodontiti possono dare dolore e rendere più problematica l’alimentazione soprattutto di cibo più difficile da masticare.
Condizioni croniche che inducono insufficienze e disfunzioni di organi come i reni, il fegato o il cuore rientrano tra le principali malattie del cane anziano. Queste ultime possono manifestarsi con sintomi molto variabili come la diminuzione dell’appetito, l’abbattimento emotivo, l’eccessivo dimagrimento, ma anche l’aumento della sete, la difficoltà respiratoria, l’aumento di volume dell’addome e la tosse continua. La principale causa di decesso nei cani anziani è data anche dalle malattie oncologiche, molto comuni quelle che colpiscono il sistema linfatico, il sangue, i polmoni, il fegato e il cavo orale.
“Rispetto a un animale giovane o adulto, lo stato di salute di un animale anziano può variare anche molto velocemente ed ecco perché è opportuno fare dei controlli periodici almeno ogni sei mesi, soprattutto quando il cane supera i 7 anni di età – afferma il dottor Isidoro Grillo di Mylav -. Come pet lover, è bene prestare poi particolare attenzione nei confronti di eventuali cambiamenti del comportamento, del peso, delle feci o delle urine del proprio cane. Segnalare le alterazioni sospette al proprio Medico Veterinario dà la possibilità di intervenire per tempo e ottenere diagnosi precoci senza le quali diventerebbe sempre più complesso trovare una cura.”
Infine, quello che tutti vorremmo: come allungare la vita del nostro cane anziano? L’alimentazione è sicuramente uno dei fattori più importanti da tenere sotto controllo perché una dieta bilanciata, con ingredienti controllati e più facilmente metabolizzabili, completa e appetibile permette di prolungare la vita del nostro cane, andando a migliorare il benessere e a stimolare quegli apparati che, proprio per l’età, fanno più fatica a svolgere le loro funzioni. Le diete degli animali anziani devono essere regolate per mantenere una linea corretta nel cane senza che dimagrisca o prenda troppo peso e definite tenendo conto della qualità e della digeribilità dei principi nutritivi.
Quali i controlli fare ai soggetti meno giovani per cogliere sul nascere problemi che possono interferire sulla longevità dei nostri animali? Effettuare esami del sangue, delle urine e delle feci almeno una volta l’anno, al fine di intercettare segni patologici in soggetti apparentemente sani- spiega il dottor Isidoro Grillo di Mylav ; valutare insieme al proprio medico veterinario la pianificazione di controlli regolari del cuore, con elettrocardiogramma ed ecografia, per individuare precocemente eventuali piccole alterazioni ed intervenire il prima possibile con una valida terapia che ne rallenti la progressione; osservare e riferire ponendo attenzione ai possibili segni di disagio (minore vitalità) o dolorabilità (riluttanza a camminare o a mangiare, introversione, reazioni al contatto).