È un amore messo a dura prova quello che lega gli italiani ai gatti. La “squadra” di oltre 96 mila volontari che curano più di 1 milione di gatti nelle colonie feline e gli oltre 10 milioni di felini censiti nelle case degli italiani (XIV rapporto Assalco-Zoomark) devono far fronte al rallentamento nei servizi di gestione e assistenza promossi da Comuni e Asl.
A fotografare queste difficoltà sono i dati della quarta edizione di “A-Mici in Città”, il focus che Legambiente dedica al gatto in occasione della giornata nazionale a lui intitolata. Di seguitole principali evidenze che emergono dal rapporto.
Dal 2021 al 2023 rallenta la capacità di azione di Comuni e Asl su colonie e oasi feline, volontari dediti alle colonie, gattili sanitari e interventi di microchippatura.
Segno meno anche sul fronte dei medici veterinari pubblici: in 13 anni calo del 14%.
Per l’associazione è ora di agire partendo da un pacchetto di proposte a misura di gatto: 1) piena operatività del Sistema Informativo Nazionale degli Animali da Compagnia per conoscere le effettive presenze e i bisogni degli animali d’affezione; 2) patti di comunità tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati per gestire insieme la tutela e la cura degli animali da compagnia e selvatici nei contesti urbani; 3) una sanità di prossimità più capillare attraverso la presenza in servizio di 6.000 veterinari pubblici e l’attivazione di 1.000 strutture veterinarie pubbliche, quali canili e gattili (uno ogni 50-100 mila cittadini) e ospedali veterinari (uno ogni 300-400 mila cittadini); 4) formazione di 10.000 guardie ambientali e zoofile volontarie per rafforzare il sistema di controlli pubblico-privato per il rispetto delle norme a tutela degli animali da compagnia; e infine 5) l’inasprimento nel Codice penale della reclusione da tre a sei anni per i reati contro gli animali non solo come misura repressiva ma soprattutto come strumento di prevenzione grazie all’attivazione degli strumenti investigativi adeguati.