Proviamo a scoprire le strategie da mettere in atto quando si deve accogliere un gatto in famiglia, evitando situazioni che possono alterare il benessere dell’animale oltre a creare problemi e disagi al proprietario.
A riprova di ciò, alcuni studi hanno individuato l’esistenza di una correlazione tra numerosi fattori legati all’ambiente di vita del gatto e l’insorgenza di problemi comportamentali nello stesso.
L’organizzazione dello spazio nel mondo felino e la gestione delle risorse in esso contenute sono aspetti molto importanti, perché il gatto, in condizioni naturali, mette in atto una precisa suddivisione delle diverse aree di attività (territorio dove mangiare, territorio dove eliminare, territorio dove riposare, ecc.).
Il territorio di ciascun gatto è costituito da un nucleo centrale, chiamato core, e da spazi periferici che possono essere condivisi con altri gatti. Il nucleo centrale è la zona dove il felino trascorre in media più dell’80% del suo tempo e, al suo interno, sono presenti le risorse principali come cibo, zona di riposo ecc.
Il territorio del gatto è inoltre organizzato in campi di attività, cioè in diverse zone funzionali in cui l’animale svolge attività precise (caccia, gioco, eliminazione, osservazione, riproduzione). Alcune di queste aree sono personali (come, per esempio, la zona di riposo), altre sono condivise (come gli spazi di gioco).
I gatti si muovono nei territori periferici condivisi e, per ridurre incontri non desiderati e conflitti, segnalano il loro passaggio con marcature come spruzzi di urina e deposizione di feci, sfregamento del muso e del corpo su oggetti, graffi sulle superfici presenti nell’ambiente che servono anche per suddividersi temporalmente lo spazio (ovvero spazi in comune utilizzati in tempi diversi).
Alla luce di quanto detto, all’interno della casa gli spazi per le principali attività (alimentazione, riposo, eliminazione) andrebbero separati, e questo vale anche se in casa è presente un solo gatto.