Il comportamento di farsi le unghie nel gatto compare a uno stadio precoce della sua esistenza e ha una base, in parte, ereditaria (e istintiva) e, in parte, appresa (osservando mamma gatta o altri gatti adulti).
Rappresenta l’espressione di un comportamento normale per la specie felina ma, se mal orientato, può costituire un grosso problema per i proprietari. Le motivazioni che portano l’animale a graffiare diversi oggetti della casa possono essere molteplici.
Prima di tutto, i graffi servono per ‘marcare’ (ovvero lasciare la firma della propria presenza) in un determinato territorio e contemporaneamente tenere gli altri gatti ben lontani dalle zone così contrassegnate. Vengono chiamate marcature di proprietà e sono una sorta di cartello di ‘proprietà privata’.
Spesso ritroviamo i graffi nella zona d’isolamento, dove il gatto dorme. Un’altra zona in cui possono comparire i graffi è la zona di eliminazione (dove c’è la lettiera), ma anche lungo i percorsi utilizzati per passare da una zona all’altra della casa.
Il gatto infatti ha un territorio suddiviso in diversi sotto territori (es. territorio di caccia, di corteggiamento, di alimentazione, di lotta, ecc.). Le diverse zone territoriali sono collegate fra loro da sentieri o percorsi di passaggio. In corrispondenza dei sentieri (piste) e ai confini del territorio, il gatto depositerà marcature facciali, urinarie, e graffi.
Le componenti visiva e olfattiva dei graffi
I graffi utilizzati per marcare il territorio hanno diverse componenti: una componente visiva, rappresentata dal solco lasciato tramite le unghie sull’oggetto; tale segnale perdura nel tempo anche se non è presente l’animale che lo ha emesso e viene da lui rinnovato quotidianamente attraverso la deposizione di nuovi graffi sempre nello stesso punto.
Nei gatti di colonia che vivono all’aperto, le caratteristiche delle piante presenti nell’ambiente sembrano influenzare la distribuzione dei graffi: i gatti tendono infatti a preferire gli alberi con una corteccia più facile da scorticare, forse perché in tal modo possono lasciare un segnale visivo evidente.
Nella marcatura tramite i graffi, accanto alla componente visiva, c’è anche una componente olfattiva in quanto all’interno del solco il gatto rilascia dei feromoni podali tramite le ghiandole poste negli spazi interdigitali delle zampe. I feromoni sono segnali chimici molto importanti nella comunicazione felina.
Oltre alla marcatura, c’è anche lo stretching e lo stress
Il gatto graffia le superfici non solo per segnare il territorio, ma anche per fare ginnastica o stretching. Questo tipo di movimenti gli consentono di rafforzare i muscoli utilizzati per sfoderare gli artigli e ripristinare le unghie logore delle zampe anteriori (quelle degli arti posteriori invece vengono rimosse mediante i denti).
Per fare questo tipo di attività fisica, il gatto estrae i suoi artigli e ‘fa la pasta’ su un supporto. A differenza dei graffi utilizzati per marcare, quelli lasciati durante l’attività ginnica sono poco evidenti e lasciano indifferenti anche gli altri gatti.
Oltre alle motivazioni che abbiamo visto, in certi casi i graffi possono evidenziare anche uno stato di stress, per esempio se il gatto si trova in uno spazio troppo grande, se in tale spazio c’è il passaggio di molte persone e/o di altri animali, se c’è una condizione di sovraffollamento (troppi gatti in un ambiente ristretto).
In questi casi il micio sviluppa una condizione di ansia che lo porta a manifestare comportamenti anomali, come per esempio iniziare a graffiare dei punti della casa e delle superfici non corrette. In questo modo esprime una condizione di disagio e di malessere che deve essere presa in attenta considerazione da parte del proprietario.