L’Europarlamento non ha appoggiato la richiesta delle associazioni di categoria di modificare la Direttiva sulle Energie Rinnovabili (Red) escludendo i sottoprodotti di origine animale di categoria 3, impiegati nella preparazione del petfood, dall’impiego come biocarburanti.
Biocarburanti e petfood
La relazione tra questi due mondi apparentemente molto distanti risiede nei sottoprodotti di origine animale di categoria 3, di cui fanno parte i grassi animali idonei all’alimentazione degli animali da compagnia. Oltre a essere un ingrediente chiave nel petfood, può essere impiegato come biocarburante e aiutare a ridurre le emissioni di carbonio derivate dall’industria dei trasporti.
Il settore degli alimenti per animali da compagnia in Europa si rivolge a oltre 300 milioni di animali e fornisce occupazione diretta e indotta a oltre un milione di cittadini.
La decisione del Parlamento Europeo
Il Parlamento Europeo non ha accolto l’appello delle associazioni che chiedevano di escluderne l’uso come biocarburante, a garanzia della disponibilità di alimenti per gli animali. Una decisione che suscita preoccupazione presso gli addetti ai lavori. Ecco i commenti dei rappresentanti delle associazioni Fediaf (European PetFood Industry) e Assalco (Associazione Nazionale tra le imprese per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia).
Il commento di Rosa Carbonell, presidente di Fediaf: “Siamo delusi dal fatto che il Parlamento europeo abbia dato priorità ai biocarburanti rispetto alla salute e al benessere dei nostri animali da compagnia. Come risultato di questa decisione, il rischio di carenze potrebbe aumentare e la crisi alimentare potrebbe presto raggiungere anche i nostri pet. Fediaf crede fermamente che gli alimenti non destinati al consumo umano debbano essere riciclati utilizzandoli prima nel pet food, che si colloca ben al di sopra dell’uso di energia nella gerarchia dell’UE delle opzioni più preferibili per lo smaltimento dei rifiuti alimentari. Altri tipi di grassi animali, come i grassi animali di categoria 1 e 2 dei sottoprodotti di origine animale, che non soddisfano gli standard necessari per essere utilizzati negli alimenti per animali domestici per motivi di sicurezza e contaminazione, sono molto più adatti per l’uso nei biocarburanti”.
Delusione anche da Assalco: “90 milioni di proprietari europei di animali da compagnia rischiano di subire gli effetti dell’utilizzo nei biocarburanti di grassi animali idonei all’alimentazione dei pet”.